Dietro la fuffa propagandista della retorica narrativa del Sud locomotiva del Paese si cela una realtà ben più variegata e problematica, che, purtroppo, evidenzia ancora una volta i limiti dell’attuale modello di sviluppo che favorisce i ricchi a discapito dei poveri, i prenditori a discapito dei lavoratori, il Nord rispetto al Sud.
Infatti, se è vero, come è vero, che anche nel 2024 il Sud è cresciuto più del Nord, +0,9 contro +0,7 del Nord, è anche vero che questa ricchezza mal si distribuisce all’interno dello stesso Mezzogiorno se, come evidenzia la Svimez: “I consumi delle famiglie tornano, invece, in negativo nel 2024 (-0,1% contro +0,3% nel Centro-Nord), frenati dalla crescita dimezzata del reddito disponibile delle famiglie rispetto all’anno scorso (+2,3% nel 2024 contro il +4,5% del 2023) e da una dinamica dei prezzi in rallentamento, ma lievemente più sostenuta rispetto al resto del Paese”.
Ciò a conferma che il vuoto di rappresentanza di cui soffre storicamente il Sud corrisponde, innanzitutto, al vuoto di rappresentanza delle sue classi lavoratrici e subalterne.

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