di Maria Scerrato
Il quartiere di Canceglie a Sora, Terra di Lavoro, è situato a pochi passi dal più elegante corso Volsci e rappresenta un’affascinante sintesi di storia, trasformazione urbana e dinamiche sociali. Sebbene oggi si presenti come un rione caratteristico, animato dalla cultura e dal turismo, Canceglie ha attraversato diverse fasi, seguite da un complesso processo di recupero che merita di essere analizzato anche sotto una prospettiva sociologica e urbanistica.

Storia e evoluzione urbana
Fino al Medioevo, il quartiere di Canceglie era esclusivamente un’area destinata alla coltivazione urbana, con piccoli orti protetti da cancelli, da cui deriva il curioso nome del rione. Questi spazi agricoli, in un contesto urbano più ampio, rappresentavano un’autosufficienza alimentare per le famiglie, che vi si dedicavano nella speranza di ricavare dal suolo il necessario per la propria sussistenza. La costruzione delle prime abitazioni, piccole e semplici, cominciò solo successivamente, inglobando le pendici dei colli e dando forma a un rione che divenne sempre più stretto e contorto, come spesso accade nei borghi storici, con vicoli che si intrecciano e scalinate che rispecchiano l’evoluzione organica della città.
Nel corso dei secoli, la zona visse una stratificazione sociale ed edilizia che contribuì a formare un’identità popolare, la cui principale caratteristica era il legame con la tradizione artigianale. I mestieri locali, come la lavorazione del ferro, della ceramica e la piccola sartoria, si consolidarono nei laboratori del quartiere, dando vita a un’atmosfera vibrante e in continuo movimento.

La crisi e il declino
Tuttavia, già a partire dagli anni Settanta, Canceglie cominciò a conoscere il fenomeno dello spopolamento. La modernizzazione e la ricerca di una qualità della vita migliore spinsero gli abitanti a trasferirsi verso nuove abitazioni più confortevoli e funzionali, lontano dalla complessità delle vecchie case, spesso prive dei servizi essenziali. Nel frattempo, le botteghe artigiane, che avevano dato vitalità al quartiere, chiusero progressivamente, e gli abitanti, ormai operai nelle fabbriche, abbandonarono il quartiere, che lentamente si trasformò in un borgo fantasma. Il processo di degrado urbanistico fu esacerbato dai terremoti del 1980 e del 1984, che provocarono danni ingenti e portarono all’abbandono definitivo di gran parte delle strutture residenziali e commerciali.

L’intervento pubblico e la rinascita
Il vero punto di svolta per Canceglie arrivò nel 2000, con un’amministrazione comunale che, prendendo consapevolezza della necessità di riqualificare il quartiere, avviò un progetto di recupero che si rivelò fondamentale per la sua rinascita. L’intervento urbanistico fu articolato e ben pensato: si partì dal rifacimento delle reti fognarie e dalla ristrutturazione del pavimento in pietra, simbolo della storicità del luogo. Contestualmente, furono demoliti i ruderi più pericolosi, dando spazio alla creazione di una nuova piazza e all’inaugurazione di un auditorium polifunzionale, dedicato al regista Vittorio De Sica, che proprio a Canceglie era nato.
La riqualificazione edilizia non si limitò solo alle infrastrutture pubbliche. Diverse case furono restaurate e rese abitabili, dando nuova linfa al quartiere e attirando sia i residenti storici che nuove famiglie. La comunità locale, supportata dalle associazioni, si impegnò attivamente nel decoro urbano, nell’organizzazione di eventi culturali e nell’animazione del quartiere, contribuendo a ridare vitalità a un luogo che stava rischiando di essere dimenticato.

La gentrificazione e il nuovo volto di Canceglie
Negli ultimi anni, Canceglie ha vissuto una fase di gentrificazione, un fenomeno sociologico che si manifesta con l’arrivo di nuovi residenti, spesso più benestanti, e la trasformazione dei luoghi, che aumentano di valore economico e attrattiva turistica. Se da un lato la gentrificazione ha contribuito al recupero e alla rinascita del quartiere, dall’altro ha sollevato interrogativi riguardo alla preservazione dell’identità popolare del rione. Le nuove strutture ricettive, molte delle quali ospitano turisti provenienti da tutto il mondo, hanno contribuito a rendere il quartiere una meta ambita.
La presenza di attività culturali, eventi, convegni, concerti e l’importante ruolo che il quartiere ricopre nella promozione della cultura locale, hanno comunque contribuito a un processo di integrazione sociale. In effetti, Canceglie ha visto l’affermarsi di una nuova identità, che combina la tradizione con la modernità. Il quartiere è diventato anche multietnico, con una significativa presenza di stranieri, che si inseriscono nel dinamico e cosmopolita panorama locale.

Un futuro di speranza
Oggi, Canceglie rappresenta un esempio di rinascita urbana che si intreccia con le dinamiche sociologiche e culturali di una società sempre più globale e interconnessa. Il quartiere, pur avendo attraversato periodi difficili e fasi di degrado, ha trovato una sua via d’uscita grazie a un’attenta politica di recupero e alla capacità di attrarre nuove energie culturali e sociali. Sebbene i processi di gentrificazione possano sollevare delle preoccupazioni, il rione è riuscito a mantenere intatta la sua anima storica e popolare, fondendo passato e futuro in un equilibrio che sembra essere destinato a durare.
Canceglie, che ieri era un borgo fantasma, è oggi un quartiere vivo, dinamico e in continua evoluzione, dove la cultura, la memoria storica e l’inclusione sociale sembrano essere le chiavi di un futuro ricco di opportunità. Con la sua capacità di rigenerarsi, di adattarsi alle sfide della contemporaneità e di preservare le tradizioni locali, Canceglie potrebbe rappresentare un modello di sviluppo urbano sostenibile e culturalmente stimolante per altre realtà simili.

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