Il(i) Sud non è (sono) soltanto un punto cardinale, un luogo geografico, ma è (sono) anche un luogo simbolico, una prospettiva epistemologica da cui osservare e produrre saperi e discorsi critici sul sistema-Mondo, assumendo la prospettiva specifica dei reietti, dei marginali, dei discriminati e degli oppressi. Tutti soggetti resi tali dal (i) Nord del Mondo tramite pratiche e saperi predatori, finalizzati al dominio, all’assoggettamento e alla colonizzazione sociale, economico, politico e culturale.
Nel nostro “Bel Paese” il Sud è per antonomasia la sua “parte cattiva” dove risiedono i terroni, i briganti, i camorristi, i mafiosi ed i nullafacenti, ovviamente rappresentati come tali da un Nord virtuoso che opprime anche i lavoratori poveri e precari, le donne, i migranti, i giovani ed i diversi.
Ebbene, ieri sera il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella nel suo sintetico ma esaustivo discorso di fine anno ha reso giustizia a tutti i Sud del Mondo e d’Italia.
Lo ha fatto quando ha posto l’accento sull’aumento delle spese militari a livello mondiale, a fronte delle relative scarse risorse per fronteggiare l’emergenza climatica. Lo ha fatto quando ha denunciato l’acuirsi delle diseguaglianze tra ricchi e poveri, sempre a livello globale.
Lo ha fatto quando ha ricordato i morti sul lavoro, i precari poveri e le vittime per femminicidio nel nostro Paese. Lo ha fatto quando ha rimarcato il perdurare delle diseguaglianze per servizi, e dunque diritti, tra le regioni meridionali e quelle settentrionali, tra le aree interne ed i centri urbani, per poi rimarcare i valori fondanti della Liberazione e del perseguimento del Bene comune che sono alla base della nostra Costituzione
Dal punto di vista di un terrone, un discorso da applausi. Un discorso di Speranza, di Giustizia e di Lotta. Grazie Presidente Mattarella.