Articolo di Antonio Bianco

La protervia di Calderoli è senza limiti, pur avendo la Consulta bocciato la sua mal nata creatura, la legge 86/2024, voleva proseguire le trattative con le regioni che avevano richiesto maggior autonomia sulle materie non Lep. Il colpo è stato potente, a tal punto che, Calderoli dimenticando la realtà ha viaggiato in un mondo virtuale fatto di disprezzo per le Istituzioni e della stessa decisione della Consulta.

Si sentiva il padrone del vapore, il suo vangelo è il programma del governo ed il popolo è l’unico giudice, al quale, però, deve essere negato il diritto di esprimersi sul referendum abrogativo dello Spacca Italia. Temono il verdetto inappellabile del popolo e la probabilità che il loro progetto di disarticolare l’unità e la coesione del Paese sia ridotto in cenere.

Far celebrare il referendum abrogativo della legge 86/2024 è l’unica modalità per far uscire dalle segrete stanza la discussione sul regionalismo differenziato, il popolo deve scegliere il suo destino, forse, mettendo fine alla scellerata volontà di rendere più ricco di servizi pubblici il Nord a discapito del Meridione. È la lotta per unire l’Italia, non la battaglia del Sud contro il Nord, va riaffermata la centralità della Questione meridionale indispensabile per rimettere in moto il motore economico del Sud. Vanno combattute le disuguaglianze tra le due aree del Paese, al fine di consentire ai meridionali di sentirsi fratelli e non fratellastri d’Italia.

 

 

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