Articolo di Antonio Bianco senior

Il rapporto annuale della Fondazione Gimbe delinea un quadro per niente rassicurante, il SSN è in caduta libera.Le lunghe le liste di attesa penalizzano le persone più fragili in particolar modo quelle residenti nel Sud, la promessa di maggiori risorse finanziarie perl’assunzione di personale sanitario sono state solo dichiarazioni estive. Dal rapporto della Fondazione Gimbe estrapolato dai dati dell’ISTAT, la spesa sanitaria nel 2023 è stata di 176,153 milioni di euro così suddivisa: 130.291 milioni di euro spesa pubblica, 45.862 milioni di euro di spesa privata,di cui 40.641 milioni di euro sostenuta direttamente dalle famiglie (out-of-pocket) e 5.221 milioni di euro erogati da assicurazioni sanitarie o istituzioni senza scopo di lucro, definita spesa intermediata (vedi ISTAT). Nel 2023 il 74% è stato finanziato dalla spesa pubblica, il 23% è stato pagato di tasca propria, il 3% ha inciso sulla spesa intermediata.Senza dimenticare che:4,5 milioni di persone non si curano, la spesa per prevenzione diminuisce del 18,3%, aumenta del 10,3% la spesa sanitaria per le famiglie (out-of-pocket), aumenta dell’11,8% quella intermediata. In questo quadro così fosco il già ampio divario tra le due aree del paese si amplierà a dismisura con l’entrata in vigore della legge Calderoli (lo spacca Italia) che assesterà il colpo mortale al Meridionale,incluso i SSR. Siamo un paese con numero di infermierisotto dimensionato, con ospedali chiusi o accorpati, con medici di medicina generale insufficienti,con facoltà di medicina a numero chiuso che garantiscono poteri illimitati ai baroni universitari. Un paese con diritti a geometria variabile affogato nell’egoismo senza prospettive per il futuro non solo per il Sud ma per l’intera nazione.

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