Articolo di Filomeno Viscido

Come sappiamo la spesa pubblica (Stato, regioni, comuni) è molto diversa da regione a regione. E il Meridione è quello che ovviamente gode di meno di questa spesa, con 20 mila 247 euro nel Nord e soli 14 mila e 327 euro nel Sud. Quasi sei  mila euro  che potrebbero andare in trasporti, scuola e sanità.  Moltiplicando questo dato per i 18 anni che servono per raggiungere la maggiore età si ha ben 108 mila euro in meno per un meridionale. Praticamente la differenza è il costo di metà appartamento in una grande città. Se invece pensiamo all’altro versante della vita, quello dei pensionati, ci possiamo rendere conto che 6 mila euro di spese mediche in più possono fare una grande differenza non solo in speranza di vita ma anche in autonomia.

Ne risultano fortemente penalizzate sia le capacità di concorrere ad armi pari con i rispettivi settentrionali sia il tenore di vita. Con l’autonomia differenziata, la situazione dovrebbe peggiore. Le prime avvisaglie già si sono viste nelle settimane precedenti: il vaccino contro la bronchiolite che ad una prima circolare non poteva essere dato gratuitamente dalle regioni meridionali (per i propri bilanci in rosso) e poi il farmaco anti-diabete glaucone spray, usato per agire sulla ipoglicemia soprattutto nei bambini che, essendo stato declassato temporaneamente (si spera) dall’AIFA e quindi non più gratuito da parte statale, alcune regioni possono permettersi di dare a proprie spese gratuitamente (ad esempio Lombardia, Emilia Romagna, Campania, Puglia)  e altre hanno dichiarato di non avere la disponibilità come la Sicilia. Ci sarebbe ovviamente da discutere sugli sprechi di una regione che ha 70  consiglieri a 11 mila euro al mese e poi dichiara di non avere soldi per 2000 bambini ammalati di diabete.

Prendiamo proprio questo ultimo caso come esempio.  Sembra che la vicenda sia dovuta alla vendita da parte di Eli Lilly (l’azienda produttrice) del  farmaco ad un’altra l’azienda (la AmphastarPharmaceuticals, Inc) che non ha sede in Italia e quindi non può trattare il prezzo con l’AIFA (come protocollo prevederebbe) quindi è tutto fermo. Ci sarebbe da chiedersi se AIFA o ministero avrebbero potuto fare qualcosa per tempo e non aspettare il blocco. Dall’altro lato abbiamo una giunta regionale che dichiara di non aver soldi per questo farmaco (ex)salvavita mentre elargisce emolumenti succulenti ai propri rappresentanti politici e non è mai stata esempio di parca gestione dei soldi pubblici.

I cittadini meridionali quindi si trovano soli. Poco importa a cui deve ricevere cure e non le riceve che questa solitudine sia causata dall’ottusità degli organi centrali oppure da una assurda ed egoista legge nazionale (prima con la modifica del titolo V, poi in futuro con l’autonomia differenziata) oppure che sia causata delle inefficienze e del “ladrocinio legalizzato” della propria classe dirigente locale. Quel che conta per chi è ammalato sono i risultati. Ed il risultato in questo caso è, come detto, l’assenza di tutela. È necessario quindi che le classi popolari meridionali cerchino di auto-tutelarsi. Certamente l’azione politica per cambiare la propria classe dirigente fanfarona e venduta al grande capitale (settentrionale) è necessaria. Ma in attesa di abbattere il Sistema, ognuno può pensare a difendersi come può.

Ecco ad esempio qualche dato, sempre in tema sanitario: i casi di diabete nelle regioni meno colpite  come Bolzano e Trento sono pari a 3.4% e 4.2% mentre le regioni più colpite che sono meridionali si raggiunge 8.7% (Calabria), 7.6%(Molise) e 7.3% (Sicilia). Appare evidente la differenza tra le varie zone del Paese. Il diabete (di tipo II) , come peraltro l’ipertensione, è una malattia molto legata agli stili di vita e all’intervento medico tempestivo. E proprio qui cade il punto. 

Andando a vedere alcuni dati sullo stile di vita: la Campania è la prima regione per persone in eccesso ponderale con un 50.6% (38% sovrappeso, 12% obesi nel 2020-2021) contro, ad esempio, un 27% ( 22% + 5%) di Bolzano e addirittura un 8% (6%+2%) della Valle d’Aosta. Se consideriamo il consumo di sale per regione abbiamo, anche non disponendo di dati aggiornati, va notato che il primato spetta alle regioni meridionali (Calabria, Basilicata, Puglia) con quantità di sale circa il doppio di quello consigliato mentre più basso è il consumo nelle regioni settentrionali. 

Infine, l’attività fisica anche qui il tasso di sedentarietà aumenta con lo scendere in basso nello Stivale. La pratica sportiva più alta è al Nord con il 41.6% della popolazione mentre al Sud si scende solo al 24%. A corollario di quanto detto sopra va detto che l’alimentazione corretta e l’attività fisica si legano spesso al livello di reddito e di scolarizzazione della popolazione (e anche questo spiega i minori livelli meridionali). 

Appare tuttavia evidente che, al contrario della costruzione di un ospedale, quello della cura della propria persona è un qualcosa su cui ognuno di noi può incidere.Chi scrive non è un salutista. Anzi ha profonde tare di comportamenti nello stile di vita; tuttavia, ha maturato la convinzione negli ultimi anni (specie di fronte al disastro del Covid e al taglio della sanità) che un’arma assolutamente da brandire è lo stile di vita sano.

Ovviamente non si può diventar Jane Fonda e improvvisamente cambiare decenni di comportamenti sbagliati. Ma si può iniziare, invertire la rotta, non lasciarsi andare (completamente) tentando di reagire e provare a riportare la situazione alla stabilità (adeguatamente supportato da professionisti). In assenza di uno Stato e di enti pubblici che tutelino il cittadino, l’unica soluzione è fare da sé. I partiti meridionalisti in questo caso dovrebbe riprendere, a mio avviso, la funzione pedagogica che i partiti rossi (socialisti e comunisti) si erano impegnati ad assolvere presso le classi sociali più basse. Diffondere informazione sui corretti stili di vita e giornate di diagnostiche.

Posso capire l’opposizione: si parla di politica e non di associazionismo ma in realtà le prime forme socialiste nacquero per mutualismo, per aiuto reciproco, prima ancora che come organizzazioni politiche. Nacquero come necessità sociale. Allora dei poveri lavoratori, oggi dei cittadini “colonizzati” all’interno della stessa Italia. Il rifiuto della politica di scendere nella carne viva è anche un motivo della sua decadenza attuale e della disaffezione delle persone. Concorrere solo per la direzione di una istituzione(locale e nazionale) non basta per attirare la fiducia della popolazione, occorre di più, occorre diventare veramente popolari. 

Non è un cammino che si potrà fare senza cadute, incoerenze, passi indietro ma a mio avviso è un cammino necessario che i partiti meridionalisti dovrebbero assumere sulle proprie spalle. Quando si organizza un convegno su questo o quell’evento storico o di attualità politica, diffondere anche notizie sullo corretto stile di vita oppure sulla sanità (quanti sanno che per per diagnosticare il diabete o la fase di pre-diabete, bisognerebbe fare un esame che misura l’emoglobina glicata ?).

Un moto pedagogico dei partiti rispetto alla popolazione meridionale senza snobismi e senza sensi di superiorità insomma, aiutando dei fratelli a venire fuori da situazioni di difficoltà di cui magari sottovalutano gli esiti nefasti. 

Sitografia

  1. https://www.epicentro.iss.it/ben/2023/1/sovrappeso-obesita-italia
  2. I numeri del diabete in Italia – Diabete.com
  3. Mi chiedo cosa giustifichi una spesa pubblica così diversa da regione a regione – Il Fatto Quotidiano
  4. Dipartimento per lo Sport – “Sport, attività fisica, sedentarietà” – studio ISTAT (governo.it)
  5. Sovrappeso e obesità dati sorveglianza Passi (iss.it)
  6. https://www.diabete.com/baqsimi-glucagone-nasale-fascia-c
  7. https://www.today.it/salute/glucagone-spray-nasale-baqsimi-perche-si-paga-sicilia.html

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